Verbali delle donne dell'Azione Cattolica tra il 1933 e 1941
Negli anni che vanno dal 1933 al 1941 un gruppo di donne dell’Azione Cattolica si riuniva nella Parrocchia di Vigonza, paese a Nord di Padova. Per ogni riunione veniva compilato un verbale con tanto di firme della Segretaria Maria Tiso, qualche volta anche della Presidente e dell’Assistente Ecclesiastico.
È il periodo del consolidamento del fascismo e del nazismo, probabilmente il regime teneva sotto controllo la Chiesa e i gruppi dell’Azione Cattolica. In particolare le donne che dovevano rispecchiare il pensiero fascista: devote, dedite alla famiglia e ai figli, silenziose e pie.
I fatti successi in questi anni riferiscono l’antiebraismo che sfocerà nella Shoah, la paura del comunismo, la guerra d’Africa e l’ideologia della razza che porteranno alla seconda guerra mondiale con il suo carico di orrore e morte.
È proprio il silenzio su questi fatti nei verbali che induce a pensare che tra la gente ci fosse una consapevolezza che non conveniva, per prudenza, manifestare apertamente. Maria Tiso, detta “Marietta”, prendeva il suo compito molto sul serio, ma rifuggiva, come tutta la famiglia Tiso da atteggiamenti estremi sia di esaltazione sia di opposizione al regime fascista.
Il dopoguerra e gli anni successivi dimostrano la razionalità di questo atteggiamento, non ci furono ritorsioni o vendette, in casa si parlava degli avvenimenti senza nasconderne la gravità, ma in modo pacato, in modo che i giovani fossero educati a distinguere tra bene e male e a comportarsi di conseguenza.