Rwanda 1994, Diario di un genocidio

foto P Giorgio

Padre Giorgio Vito  Rwanda 1994, Diario di un genocidio, Il pozzo di Giacobbe, Trapani, luglio 2019

In questo libro pubblicato a 25 anni dal genocidio, si ricordano i fatti del 94. Se ne è parlato tanto e spesso anche a sproposito dovuto a pregiudizi e mancanza di conoscenza e, soprattutto, agli interessi di potenze internazionali che vogliono mantenere l’egemonia sull’Africa ricca di risorse con il “divide et impera”.

Padre Vito ha descritto tutto questo, pacato senza mai alzare i toni ma con decisione, razionalmente, alternando i fatti vissuti in prima persona, con citazioni tratte dal suo esteso sapere sia filosofico, sia della lingua e cultura tradizionale, della geografia dei luoghi e di quella umana. Essenziali sono le testimonianze di persone sopravvissute, come quella di Béatrice che parla del prima e del dopo i fatti.

Tutto il libro è da leggersi in chiave “educativo-storica”. Padre Vito, i suoi confratelli e tutti coloro, rwandesi, medici, giornalisti, che hanno contribuito agendo sul campo e con coraggio, rappresentano una memoria eroica nella sua semplicità.

Ritornare nel luogo del genocidio, conservare la razionalità per raccontare, non ergersi a salvatori, ma sentirsi testimoni, sono tutti aspetti che possono entrare nella storia e trasmessi alle giovani generazioni.

Per alcuni aspetti questo libro si avvicina alla “corrispondenza d’amorosi sensi” di Foscolo, e di “tanti che mi corrispondevano” di Ungaretti,[1] rappresentano la memoria e ciò significa dare l’immortalità a Patrice, Antoinette e a tanti, troppo frettolosamente sepolti nelle fosse comuni, oppure ricordati con odio e disprezzo.

I temi affrontati sono comuni e perpetui, il rifiuto della guerra, la sofferenza e la morte. Commemorare il genocidio accanto agli altri del 900 è un dovere, farlo in questo modo senza alzare i toni, senza generare rifiuto, è un impegno.

Un riconoscimento quindi va a tutti coloro che a qualsiasi titolo, hanno contribuito a questa memoria per una cultura di pace: in particolare all’Associazione “Amici dei Popoli”, ONG sede di Padova e ai loro ragazzi che hanno affrontato il genocidio sulla “carta”. Sorbendosi a posteriori il raccapriccio e l’orrore dei fatti descritti, agli insegnanti e studenti del Liceo Artistico Modigliani, che hanno “alleggerito”, con la loro visione artistica la tematica disumana di Caino e del fratello contro il fratello” dimenticando l’origine comune dell’umanità.

 

In allegato alcune recensioni prubblicate sul libro di padre Giorgio

 

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